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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 473

Aristotele

La ricerca psicologica. Antologia, Scelta, introduzione e note di Diego Lanza. Postfazione di Lucia Palpacelli: «Psyché: una realtà dalla profondità insondabile».

ISBN 978-88-7588- 387-4, 2024, pp. 224, formato 140x210 mm., Euro 20 – Collana “il giogo” [175].

In copertina: Joan Mirò, Ciphers and Constellations in Love with a Woman, 1941, Art Institute of Chicago, Chicago, Illinois.

indice - presentazione - autore - sintesi

20,00

La parola psicologia non esiste in greco antico, ma neppure alcun suo sinonimo, che definisca il campo investigativo della psyché. Questa parola non corrisponde esattamente all’italiano psiche, che pure ne è la traslitterazione; ha piuttosto un corrispondente nel latino anima: denota il soffio vitale, la vita, quindi anche l’anima secondo il tradizionale significato di entità legata al corpo ma anche in qualche modo da esso autonoma, che dà vita al corpo, ma che ad un tempo è dotata di una vita propria, che può infine sopravvivere al corpo. Ricordare il significato di psyché serve a comprendere che cosa potesse richiamare ad un greco il titolo dell’opera di Aristotele Peri psychés (L’Anima), quale vasto arco di problemi immediatamente suggerisse. Aristotele è consapevole di ciò. Nel primo capitolo dell’opera egli individua due ragioni fondamentali che pongono in posizione di particolare rilievo l’indagine sull’anima: l’esattezza del metodo e la particolare eccellenza dell’oggetto. Aristotele non rifiuta la sfida della tradizione, e la sua risposta alle implicazioni della problematica antropologica dei sofisti e di Platone, anziché essere riduttiva, si presenta paradossalmente come un ampliamento. Lo Stagirita esprime un giudizio di inadeguatezza sulle precedenti riflessioni sull’anima e riesce a scalzare già in partenza le ipotesi di fondo che guidavano la speculazione platonica, prima tra tutte quella del rapporto analogico anima/corpo. Anima e corpo per Aristotele non si presentano più come entità omologhe e parallele, ma complementari; la loro indagine non può che essere contestuale. L’eliminazione dell’analogia platonica si compie con l’individuazione e la descrizione di un nuovo campo di fenomeni, quelli appunto che interessano contemporaneamente anima e corpo, che ne mettono in luce l’intersezione. È questa la nuova provincia del sapere che si apre alla riflessione aristotelica.

Diego Lanza



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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