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Cat.n. 148

Paola Manuli – Mario Vegetti

Cuore, sangue e cervello. Biologia e antropologia nel pensiero antico. In Appendice: Galeno e l’antropologia platonica.

ISBN 88-7588-028-X, 2009, pp. 288, formato 140x210 mm., Euro 25. Collana “Il giogo” [22].

In copertina: Asclepio cura un malato, rilievo in marmo, V secolo a.C.

indice - presentazione - autore - sintesi

25,00

Nota biobibliografica su Paola Manuli

redatta da Alfredo Marini

(Pavia, aprile 1992)

L’attività scientifica di Paola Eliana Manuli (Pavia, 3 settembre 1946 – Pavia, 19 marzo 1992) si svolge tutta presso la Facoltà di Lettere di Pavia. All’origine stanno gli incitamenti dell’anziano prof. Vittorio Enzo Alfieri e le prospettive di ricerca offerte dal prof. Mario Vegetti, dagli altri giovani colleghi degli Istituti pavesi di Storia della Filosofia Antica e di Letteratura Greca e Latina e dal parigino Centre de recherches comparées sur les societés anciennes. Paola lavora in costante contatto con la ricerca internazionale: a partire dal 1975, ha partecipato a tutti i Convegni internazionali ippocratici (Mons 1975, Paris 1977, Lausanne 1981, Berlin 1984) e galenici (Cambridge 1979, Kiel 1982, Pavia 1986 da lei stessa organizzato, Ost-Berlin 1989), al Convegno londinese su Teofrasto (1985) e alla VI Theophrastus Conference (Ereso 1989).

Nei due ultimi Colloqui, di Berlino ed Ereso, i colleghi dovettero già notare in lei i primi segni del terribile male che l’avrebbe portata a morte.

Dopo una breve collaborazione col prof. V. E. Alfieri sulla Institutio oratoria (vedi: Antologia di Quintiliano, a cura di V. E. Alfieri & P. Manuli, Marietti, apparsa a Torino nel 1973), la ricerca di Paola iniziata nel 1972 con la Tesi di laurea La discussione sulle technai nel V secolo (relatore prof. Mario Vegetti), affronta ben presto il suo primo grosso impegno nel campo della medicina ippocratica collegando i problemi epistemologici delle technai nel V sec. al contemporaneo dibattito relativo al problema della centralità biologica e psichica del cuore, del sangue e del cervello. Il problema sarà risolto da Aristotele in senso cardiocentrico, ma le discussioni tra encefalocentrici e cardiocentrici proseguiranno fino a Galeno, che riassume ancora motivi ippocratici, platonici e aristotelici.1

Nel 1977 Paola inizia ad occuparsi della tradizione ginecologica antica relativamente ai temi classici dell’anatomo-fisiologia femminile (rappresentazione del corpo, produzione del seme) e alla patologia (isteria) in Ippocrate, Galeno e Sorano.2 Questo interesse per il corpo e per l’anima femminile prosegue parallelo a quello principale, che ha un suo centro di coagulazione nella traduzione del De placitis e nella conquista delle sue necessarie premesse metodologiche e culturali. Anche la traduzione e il commento del Peri kriteriou kai hegemonikou di Tolomeo è dovuta al fatto che vi si espone uno schema biologico analogo a quello di Galeno.3 La sua originale antologia di testi medici dal titolo Medicina e antropologia nella tradizione antica, Loescher, Torino 1980 mostra il mutare delle categorie della techne medica da Ippocrate a Galeno nell’apparente permanere del quadro esterno.

Nel 1980, nell’àmbito di una ricerca del CNR dal titolo Traduzione e commento del De placitis di Galeno, inizia a tradurre i nove libri del De placitis di cui esiste solo una parafrasi in inglese (CMG, 1978). Paola concepisce questa traduzione come risultato di uno studio terminologico e storico-concettuale integrale, per il quale è necessaria una triplice competenza: filologica, storico-scientifica e storico-filosofica. Dopo la nebulosa presocratica (ancora un contributo sul sangue nel sistema empedocleo dei quattro elementi e nelle teorie umorali ippocratiche),4 quella platonica e quella aristotelica, la tradizione epistemologica e categoriale della techne medica passa attraverso la tradizione dello stoicismo, sulla quale tendono vieppiù ad orientarsi gli studi di Paola. Alla sua morte, accanto a un grande lavoro di preparazione bibliografica e terminologico-concettuale, la traduzione in lingua italiana non va oltre il VI Libro.5

Chiudono il 1985 i due contributi su Medico e malattia, in: Il sapere degli antichi, a cura di M. Vegetti, Boringhieri, Torino 1985, p. 229-45 e su L’odontoiatria nell’antichità greca e romana, in: “Storia dell’odontoiatria”, a cura di G. Vogel & G. Gambacorta, Ars Medica, Milano 1985, pp. 71-87.

Nel settembre 1986 Paola organizza il III Colloquio galenico internazionale di Pavia, sulle opere psicologiche di Galeno. Nel settembre 1987 si manifesta sotto mentite spoglie il carcinoma neuroendocrino che le impedisce di lavorare per qualche mese. Nell’inverno successivo prepara la pubblicazione degli atti del Colloquio (vedi: P. Manuli, La passione nel De placitis Hippocratis et Platonis, in: Le opere psicologiche di Galeno. Atti del terzo Coll. galenico internazionale, Pavia, sett. 1986, a cura di P. Manuli e M. Vegetti, Bibliopolis, Napoli 1988, pp. 185-214).

Nell’aprile 1989 conduce un seminario su Galeno e lo stoicismo al Centre de Recherche Philologique dell’Univ. di Lille II (progetto “Doxographie antique” diretto da A. Laks). Nel 1989 compare il suo contributo su La medicina e l’igiene. II parte: Il sapere medico, in: “Storia di Roma” (a cura di E. Gabba & A. Schiavone), vol. IV: “Caratteri e morfologie”, Einaudi, Torino 1989, pp. 402-29. Nel settembre di quell’anno, presenta al IV Convegno galenico internazionale di Berlino-Est la sua ultima relazione dal titolo Galen and Stoicism.

Dalla primavera del 1990 Paola non poté fare altro che curare il suo male. Attraverso tre interventi chirurgici, uno chemioterapico e due radioterapie, sopportando con la forza dello spirito la sofferenza fisica, osservò con grande lucidità restringersi vieppiù il suo spazio vitale. Quando ritenne giunto il momento-limite della sua autonomia fisica, dopo una accurata preparazione tecnica e senza aver mai distolto lo sguardo dalla vita, all’alba del 19 marzo 1992 si diede la morte di sua mano.

1 Cfr. P. Manuli, Il dibattito sulla medicina nel V secolo, in: “Opere di Ippocrate”, a cura di M. Vegetti, UTET, Torino 1976, pp. 125-39; P. Manuli, La techne medica nella tradizione encefalocentrica e cardiocentrica, in: “Corpus Hippocraticum. Actes du Colloque hippocratique de Mons”, Éditions Univ. de Mons 1977, pp. 182-195; P. Manuli e M. Vegetti, Cuore, sangue e cervello. Biologia e antropologia nel pensiero antico, Episteme, Milano 1977 (pp. 29-195: la prima parte va da Alcmeone, a Platone, a Filolao e termina con la traduzione e l’analisi del Peri kardies; la parte centrale è dedicata ad Aristotele; l’ampia “Appendice” è già dedicata a Galeno).

2 Cfr. P. Manuli, Fisiologia e patologia femminile negli scritti ippocratici dell’antica ginecologia greca, in: “Hippocratica. Actes du Colloque Hippocratique de Paris”, Paris 1980; P. Manuli, Donne mascoline, femmine sterili, vergini perpetue. La ginecologia greca tra Ippocrate e Sorano, in: S. Campese - P. Manuli - G. Sissa, Madre materia, Boringhieri, Torino 1983; P. Manuli, Elogio della castità. La ginecologia di Sorano, in: “Memoria” (Roma), fasc. 3°, 1982, pp. 149-92 e pp. 201-204; P. Manuli, Le metamorfosi del femminile, in: A. Barina e altre, Melusina. Mito e leggenda di una donna serpente, Utopia, Roma 1986, pp. 87-94.

3 Cfr. P. Manuli, Claudio Tolomeo. Il criterio e il principio, in: “Rivista critica di storia della filosofia” (Milano), fasc. 4°, 1980, pp. 2-26.

4 Cfr. P. Manuli, Lo statuto epistemologico del sangue in “Malattie” IV (Convegno di Roma su “Sangue e antropologia biblica”, nov. 1983), in: “Sangue e Antropologia nella liturgia”, vol. I, Roma 1983, pp. 75-86.

5 Cfr. P. Manuli, Lo stile del commento. Galeno e la tradizione ippo­cratica, in: “Formes de pensée dans la Collection hippocratique. Actes du Colloque international hippocratique”, Droz, Genève 1983, pp. 471-82, ripubblicato in: “La scienza ellenistica. Atti delle Giornate di Pavia, aprile 1982, a cura di G. Giannantoni & M. Vegetti, Bibliopolis, Napoli 1984, pp. 374-94; P. Manuli, Traducibilità e molteplicità dei linguaggi nel De placitis di Galeno, in: “Storiografia e dossografia nella filosofia antica” (Convegno di Stresa, sett. 1984), a cura di G. Cambiano, Tirrenia Stampatori, Torino 1986, pp. 245-65: dove si distinguono le tre tradizioni terminologiche: platonica, aristotelica, stoica.

Mario Vegetti (1937-2018), professore emerito di Storia della filosofia antica presso l’Università di Pavia, è stato membro dell’Istituto Lombardo - Accademia di scienze e lettere. Ha tradotto e commentato opere di Ippocrate (1965) e Galeno (1978) e gli scritti biologici di Aristotele (1971). Tra le sue opere più importanti vanno ricordate: Il coltello e lo stilo (1979), Tra Edipo e Euclide (1983), L’etica degli antichi (1989), Quindici lezioni su Platone (2003), Dialoghi con gli antichi (2007), «Un paradigma in cielo». Platone politico da Aristotele al Novecento (2009), Chi comanda nella città. I Greci e il potere (2017), Il potere della verità (Carocci, Roma 2018). Ha curato la traduzione e il commento della Repubblica di Platone in sette volumi (Bibliopolis, Napoli 1998-2007), da cui è tratta l’edizione BUR con testo greco a fronte (2007) .

Nota bibliografica sull’opera di Mario Vegetti

a cura di Fulvia de Luise

Mario Vegetti (1937-2018) è stato professore emerito di Storia della filosofia antica all’Università di Pavia. Con il suo lavoro scientifico, ha aperto nuovi campi di indagine all’analisi storica e filosofica della cultura antica, diventando protagonista di un rinnovamento tematico e metodologico di eccezionale portata, che si avvaleva, da un lato, della ricezione e dell’elaborazione delle esperienze antropologiche francesi, legate allo strutturalismo e al marxismo, dall’altro del confronto con l’approccio analitico di matrice anglosassone, da cui veniva l’attenzione alla specificità filosofica dei testi antichi e all’attualità delle loro argomentazioni nel contesto del dibattito contemporaneo. La questione del metodo interpretativo ha occupato uno spazio importante nelle diverse fasi della sua attività di studioso, con effetti di particolare originalità nell’applicazione al rapporto con gli antichi, che Vegetti intendeva affrancare dal classicismo e da ogni forma di incauta attualizzazione. La prima parte del suo percorso è caratterizzata dall’interesse per la dimensione scientifica del pensiero antico, con particolare riferimento alla medicina e alla biologia. Appartengono a questo periodo le traduzioni commentate delle opere di Ippocrate [… continua a leggere cliccando su Nota bibliografica sull’opera di Mario Vegetti a cura di Fulvia de Luise].



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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