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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 476

Florian Steger

Introduzione alla storia della medicina antica. Dal Vicino Oriente antico a Bisanzio. Prima edizione: Antike Medizin. Einführung und Quellensammlung. Anton Hiersemann: Stuttgart 2021. Edizione italiana, traduzione delle fonti antiche e aggiornamento bibliografico a cura di Vincenzo Damiani.

ISBN 978-88-7588-388-1, 2024, pp. 464, formato 140x210 mm., Euro 35 – Collana “il giogo” [187].

In copertina: Rilievo con Igea, Asclepio e Telesforo e dedica del phylarchon Deinias dal santuario di Glava Panega (Lovec). II/III sec. a.C. (Istituto e Museo Archeologico Nazionale, Accademia Bulgara delle Scienze).

indice - presentazione - autore - sintesi

35,00

Prefazione all’edizione italiana

All’interno della triade istituzionale di discipline che va, nel sistema universitario tedesco, sotto il nome di Storia, Teoria ed Etica della Medicina (Geschichte, Theorie und Ethik der Medizin), ciascuno degli ambiti offre ampio materiale di riflessione su quesiti fondamentali: cosa costituisce concretamente la medicina come scienza pratica (Handlungswissenschaft), o cosa s’intende esattamente con i termini “diagnosi”, “salute”, “indicazione”, “malattia”, “prognosi” o “terapia”? Non meno importanti sono le questioni (bio)etiche che sorgono intorno al riconoscimento e al rispetto dell’autodeterminazione, alla complessa valutazione di rischi e benefici di un intervento medico e, non in ultimo, in merito a una questione cruciale come quella della giustizia sociale in termini di accesso all’assistenza sanitaria. Fornire opzioni concrete per rispondere a queste domande è un compito importante, certo difficile, ma di gran fascino. E chi si assume il compito tenendo in conto lo sviluppo storico delle norme e nella consapevolezza del loro contesto ha maggiori probabilità di rendergli adeguatamente giustizia. Ora, tutte e tre le discipline – storia, te­oria ed etica della medicina – trovano le loro radici nelle culture antiche. Non sorprende, quindi, che proprio le fonti antiche per prime richiedano, sotto questo rispetto, un esame approfondito. In questo modo sarà possibile sia apprezzare lo sviluppo della scienza medica nell’antichità sia, mediante uno studio diretto delle fonti, rafforzare la prospettiva diacronica nel dibattito su questioni quanto mai attuali.

Quest’introduzione riunisce testimonianze sia sulla storia delle idee sia sul ruolo della medicina nella vita quotidiana. Da un lato, ricostruisce le linee principali della tradizione, per lo più normativamente tramandate dalla letteratura cosiddetta “tecnico-scientifica”. D’altra parte, rende visibile la pratica concreta, attestata da iscrizioni, testimonianze autobiografiche e dalla tradizione materiale. Per rendere chiare le connessioni storiche, l’arco cronologico percorso sarà ampio: partiremo dalle civiltà del Vicino Oriente antico per giungere, millenni dopo, a Bisanzio.

Apre la rassegna l’Antica Mesopotamia, con l’incontro di culture tra la Grecia e Babilonia e le testimonianze mediche nei testi cuneiformi. Segue uno schizzo della medicina in Egitto: vengono presentate le fonti papiracee più rilevanti ed esaminate le vicende della ricezione. La medicina ebraica antica emerge principalmente attraverso i testi dell’Antico Testamento e del Talmud.

Idea centrale e fondamento storico della medicina occidentale è la patologia umorale, che origina con la physiologia dei cosiddetti Presocratici. Di qui il discorso si sposta sulla relazione tra medicina e filosofia. Dopo un’esposizione critica delle fonti sulla figura di Ippocrate, vengono presentati gli scritti del Corpus Hippocraticum, il primo autorevole ‘libro di testo’ della storia della medicina occidentale, e discussi in dettaglio singoli scritti.

Da Ippocrate – e dal giuramento che porta il suo nome – all’etica in medicina il passo è breve. Qui saranno presentate le radici storiche delle norme che regolano eticamente il trattamento medico all’inizio e alla fine della vita.

Accanto a Ippocrate sarà menzionato Asclepio, che rivendica per secoli un culto e una medicina indipendente da quella talora denominata “razionale”. Anche qui sono numerose le fonti con­servate – non ultime quelle di carattere epigrafico.

È il mito stesso di Asclepio a portarci a Roma, non senza prima guardare alla medicina d’età ellenistica, quando Ippocrate era considerato autorità indiscussa e medici come Erofilo ed Erasistrato realizzavano scoperte fondamentali per la storia dell’anatomia.

Quando la medicina greca si stabilisce a Roma, determinate tradizioni mediche – altri parlerebbero di “scuole” – prendono forma: tradizioni che proseguono nella letteratura medica d’età imperiale, con autori come Celso, Dioscoride e, naturalmente, Galeno.

Ma oltre alla storia delle idee è necessario, se si vuol ricostruire la prassi medica antica, guardare alla vita quotidiana. Varrà la pena, innanzitutto, osservare qui i meccanismi dell’assistenza sanitaria dal punto di vista del paziente, in cui occupa un posto non marginale la dimensione religiosa. Considereremo il ruolo dei medici, la loro formazione e posizione sociale, e distingueremo figure con ambiti d’azione differenti. Infine, non meno importante e tutt’altro che scontato, valuteremo l’apporto delle donne nella prassi medica dell’antichità. Molti medici d’epoca greco-romana furono cristiani, come ci attestano la tradizione epigrafica e i papiri: donde prenderemo in esame la funzione della medicina nella teologia cristiana. Oltre ai medici, numerose altre professioni, complementari o concorrenti con quella del medicus/ἰατρός, integrano il panorama dell’offerta terapeutica sul ‘mercato’ antico: e qui la dimensione metafisica entra nuovamente in gioco, con la connessione, talora assai stretta, tra medicina, magia e religione.

Nella medicina postgalenica, testi sia greci sia latini testimoniano di una viva riflessione. Tra il tardoantico e l’Alto Medioevo si compie un’importante translatio, specie nell’area culturale arabo-siriaca, fino ad arrivare, in Occidente, alle scuole di Ravenna, Toledo e Salerno.

Chiuderà il volume una sintesi sulla medicina a Bisanzio, che ancora attende di essere sistematicamente studiata. Anche qui si parlerà dei medici, della loro formazione, del loro prestigio e, con gli ospedali, dei luoghi del loro quotidiano impegno. Saranno discussi alcuni scritti centrali, così come gli approcci terapeutici alle manifestazioni patologiche meglio documentate.

Ogni capitolo è riferito a un’epoca o area tematica, con riferimenti diretti alle fonti e citazioni in originale dei passi più rilevanti. Le traduzioni italiane dei testi greci e latini sono a cura di Vincenzo Damiani. Il volume include alcune illustrazioni, a sottolineare l’importanza della cultura materiale per un’indagine storica sulla medicina nell’antichità.

Ringrazio Johannes Brand ed Elias Helten per la redazione degli indici e la revisione dell’apparato bibliografico, Elisa Groff per aver letto parte del testo italiano, Vincenzo Damiani per aver lavorato insieme a me alla stesura di diverse sezioni dell’opera originale. Questo libro ha alla sua origine un ciclo di lezioni tenute presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ulm. Sono grato a tutti quanti vi hanno assistito per l’attenzione e l’interesse che mi hanno dimostrato. Non in ultimo, desidero esprimere la mia profonda riconoscenza alla Casa Editrice Petite Plaisance nella persona di Carmine Fiorillo e al curatore della collana il giogo, Luca Grecchi, per aver accolto e pazientemente sostenuto l’idea di un’edizione italiana, nonché alla Casa Editrice Hiersemann di Stoccarda per averla resa possibile.

Florian Steger

Marzo 2024



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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