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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 093

Nicola Marchi

I treni di Pistoia. Le ferrovie pistoiesi dal Granducato all’Unità d’Italia.

ISBN 88-88172-33-5, 2003, pp. 112, formato 140x210 mm., € 12,00.

In copertina: Paolo Tesi, Locomotiva, 2003

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12,00

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La storia ferroviaria di Pistoia rappresenta il caso di un centro urbano di piccole dimensioni e di scarsa rilevanza economica che divenne, per circa mezzo secolo, il nodo principale delle comunicazioni dell’Italia Centrale e baricentro dell’intero sistema ferroviario nazionale; l’importanza della città come snodo delle comunicazioni su rotaia segue una parabola che segna il suo apogeo in corrispondenza della congiunzione con Firenze, ad est, con Lucca, ad ovest, e con Bologna, a Nord, mentre perderà progressivamente consistenza con la realizzazione della Direttissima, che escluderà il capoluogo dall’asse portante dei trasporti su rotaia, ormai alle soglie del XX secolo.
Fin dall’esordio della questione ferroviaria nel Granducato, intorno al 1830, la città di Pistoia, per la propria posizione geografica, si trovò al centro del dibattito: situata ai piedi degli Appennini, a poca distanza da Firenze e dal Ducato di Lucca, rivestì una funzione d’importanza strategica per le comunicazioni su strada ferrata, anche oltre i confini granducali. La città, infatti, fu immediatamente considerata dagli studiosi sia come nodo fondamentale della linea che avrebbe dovuto collegare la capitale del Granducato con Livorno, seguendo un percorso ai piedi della dorsale montana, sia come punto di partenza di una linea transappenninica in direzione della Pianura Padana.
Questa ricerca, oltre a ripercorrere la storia delle principali linee facenti capo alla città e già ampiamente trattate nella vasta bibliografia ferroviaria, vuole approfondire il legame fra la ferrovia e la società pistoiese, in un periodo di grandi cambiamenti politici sulla scena nazionale.
Le realizzazioni ferroviarie costituirono una svolta storica per la società, paragonabile per rilevanza, nell’arco di oltre 150 anni, soltanto alle recenti applicazioni delle reti telematiche globali.
Analizzare i connotati dell’impatto dell’introduzione della ferrovia significa, allora, in senso più ampio, valutare le speranze e i timori che ogni innovazione tecnologica destinata a mutare equilibri sociali preesistenti inevitabilmente genera.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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